In una struttura aziendale a matrice si hanno due capi per ogni progetto e questo può essere sia un problema, sia una risorsa strategica.
Il project manager e il manager funzionale monitorano le attività avendo un doppio controllo, ma ognuno seguendo il proprio ruolo.
Il primo è il referente per il progetto, mentre il secondo si occupa verticalmente del settore in cui si sta operando.
Il reticolo che si forma guardando lo schema di una struttura a matrice può sembrare complicato, ma in sostanza è semplicemente l’interazione di organizzazione funzionale e di organizzazione per progetti.
Questo permette di avere molta flessibilità quando all’interno dell’azienda si devono gestire diversi progetti.
I vantaggi della struttura a matrice
Le competenze di ciascun elemento sono basilari e possono essere utilizzate in diverse operazioni, come fossero risorse condivise. Questo genera la flessibilità di cui si è accennato in precedenza.
Far passare uno specialista da un progetto all’altro, utilizzando le sue capacità per raggiungere l’obiettivo, diventa semplice per il project manager e gratificante per il dipendente.
La struttura a matrice permette l’evoluzione naturale delle leadership, dando modo, a chi è predisposto, di diventare un punto di riferimento per il team.
Inoltre fa crescere le capacità dei manager nell’ambito della negoziazione e nella gestione dei singoli elementi.
Per formare la squadra di lavoro si va a individuare la persona con la competenza idonea, che in quel momento ha a disposizione il tempo necessario per dare il massimo nel progetto.
Inoltre, in questa struttura organizzativa, i componenti del team hanno un referente unico cui presentare i risultati ottenuti per ogni progetto (il project manager) e un referente generale che si occupa del settore operativo (manager funzionale).
Gli svantaggi dell’organizzazione a matrice
Naturalmente ci possono essere anche fattori negativi che si presentano quando un dipendente si trova in una struttura aziendale a matrice.
Quando non è ben gestita la comunicazione tra i due manager che sovrintendono il team, si va incontro a problemi di confusione.
Il team che riceve prima un’informazione da parte del project manager, poi un’altra divergente dal manager funzionale, si trova in una fase di stallo.
Se addirittura ci fossero opinioni contrastanti dei due dirigenti sulle strategie da mettere in atto, la conseguenza sarebbe una tensione che si diffonderebbe ai dipendenti.
Un altro problema sono le priorità. Quando ci si trova a decidere se sia prioritario un progetto specifico da portare a termine, oppure sia meglio impiegare le risorse per l’intero settore aziendale, potrebbero nascere conflitti.
Da non sottovalutarsi è anche la quantità di lavoro che si richiede ai membri del team.
Se ad esempio un elemento della squadra dovesse contemporaneamente occuparsi di troppi progetti in diversi settori, si andrebbe certamente incontro a un calo qualitativo o al mancato raggiungimento dell’obiettivo.
La conclusione è che bisogna valutare attentamente quale struttura aziendale usare, secondo ciò che si vuole ottenere e a che tipologia d’impresa si applica.
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