Organizzazione del lavoro per fare storytelling

 

Fare brand storytelling implica un’accurata organizzazione del lavoro, che consenta ai marketer di muoversi in ogni angolo dell’azienda per conoscerla a fondo, ma senza creare problemi alla produzione o all’amministrazione.

 

Ricorda che:

    • Non si può raccontare senza conoscere ciò che si racconta.
    • Non si può raccontare senza coinvolgere le persone nel racconto.
    • Non si può raccontare a lungo senza cercare continuamente storie da raccontare.

 

Per eseguire continue attività di storytelling, quindi, occorre un’impeccabile organizzazione del lavoro.

 

Ti spiego perché.

Conoscere la struttura organizzativa dell’azienda per raccontarla

 

 

Che sia l’ufficio marketing interno o un’agenzia di comunicazione esterna, chi si occupa della strategia di storytelling deve conoscere perfettamente la struttura organizzativa aziendale, i prodotti o servizi che l’impresa realizza, la mission e la vision che il brand vuole veicolare.

 

Sicuramente serve un team consapevole per creare contenuti che abbiano al centro l’azienda o i principi in cui essa fonda il suo operato, per questo ogni professionista deve entrare in contatto con: la dirigenza, l’amministrazione, la produzione, il reparto vendite e con ogni altro settore aziendale.

 

Parlando con i responsabili dei vari reparti emergeranno anche le caratteristiche dei prodotti/servizi e i principi fondamentali dell’azienda.

 

Capire come è organizzato il lavoro dell’azienda, chi fa cosa, chi comanda è il passaggio necessario per cominciare a definire:

    • Idee da trasforamare in racconti
    • Personale da coinvolgere nella realizzazione dei contenuti
    • Spazi a disposizione per realizzare foto e video
    • Strumenti utilizzabili
    • Tempi da rispettare

Individuare protagonisti all’interno della struttura aziendale

 

Le storie hanno bisogno di protagonisti che sappiano coinvolgere il pubblico e catturare l’attenzione più a lungo possibile. Questo vale anche per lo storytelling aziendale.

 

Non si può pensare, però, che basti passare tra gli uffici e i reparti di produzione per individuare persone idonee a registrare video, partecipare a servizi fotografici, raccontare aneddoti da tradurre in testi.

 

Anche in questo caso serve una scrupolosa organizzazione per individuare le persone più adatte a partecipare alla realizzazione dei vari contenuti necessari per fare storytelling.

 

Non solo bisogna pianificare i casting, ma bisogna pensare al fatto che le persone coinvolte dovranno essere tolte dalle loro mansioni o trattenersi oltre l’orario di lavoro per partecipare alla realizzazione dei contenuti.

 

Registrare una video intervista, scattare una serie di foto, scrivere una bozza di storia richiede tempo e quel tempo ha un costo. Anche questo deve essere considerato quando si chiede la collaborazione di figure professionali interne all’azienda.

Un’organizzazione lungimirante per lo storytelling

 

Pianificare la creazione e la pubblicazione di un contenuto al mese per anno allo scopo di raccontare un brand non è poi così difficile.

 

Ma le aziende dovrebbero pianificare attività di marketing per periodi ben più lunghi, di conseguenza diventa prioritario organizzare anche la ricerca di idee per continuare a fare storytelling.

 

Scrivere il primo capitolo di un libro può venire di getto. Scrivere un intero volume richiede la realizzazione di una struttura. Ma immaginare di creare una serie di libri legati da un filo conduttore impone una pianificazione lungimirante e molta creatività.

 

Chi vuole utilizzare la narrazione come mezzo per legare le persone al brand deve prevedere un percorso lungo in cui ogni passo deve essere coerente, emozionante, coinvolgente.

 

Tutto questo si ottiene grazie a professionisti dello storytelling che sappiano come organizzare il lavoro e come comunicare al pubblico il “perché” del brand.

Approfondisci questo ultimo importante argomento leggendo anche: “Comunicazione aziendale e Cerchio d’Oro: focus sul perché”

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