Nell’era dell’esplosione di internet, dei social networks e più in generale dell’importanza di come si appare, il valore della comunicazione aziendale molto spesso è ancora poco compreso. Così facendo si corre il rischio di andare incontro a quella che mi piace definire la “sindrome di Van Gogh”.
Il rischio della “sindrome di Van Gogh”
Mi spiego meglio. Noi tutti conosciamo almeno un quadro di Vincent van Gogh, che sia l’Autoritratto, i Girasoli o la Notte stellata, ma non tutti, anzi quasi nessuno, li conosceva mentre il pittore olandese era in vita. Il suo successo è arrivato post mortem, nel XX secolo, con le sue opere che hanno raggiunto valori quasi inestimabili.
Cosa voglio dire. La tecnologia avanza a velocità spropositata, e con essa i canali di comunicazione: il rischio che non ne vengano comprese tutte le potenzialità e che si viva in un cono d’ombra è sempre più alto.
Comunicazione aziendale 2.0
Comunicare e comunicarsi, non significa essere autoreferenziali o “farsi belli”, ma semplicemente esistere. Un’adeguata attività di comunicazione è quindi fondamentale non solo per farsi conoscere, ma per non scomparire.
È la carta d’identità della propria azienda, l’immagine, il biglietto da visita per il cliente; bisogna pensare alla comunicazione aziendale non come a un’attività di cui si può anche fare a meno, ma come mezzo con il quale si può ottenere un profitto.
Specialmente in questo momento di crisi economica, in cui molte aziende sono costrette a tagli di budget, una delle prime voci che vengono modificate è proprio quella dell’advertising, “un costo eccessivo da sostenere”. Ma siamo sicuri che si tratti solamente di un costo? Se vi dicessi che in realtà è un investimento?
Vi dirò di più: la comunicazione aziendale è un importante investimento.
Comunicare significa crescita, perché fa crescere la credibilità dell’azienda, la notorietà, fa crescere il numero dei contatti e persino il fatturato. E, sembrerà assurdo, ma andare in controtendenza e farlo in questo momento di crisi potrebbe essere doppiamente efficace: più aziende tagliano e più chi investe è visibile.
“Investire in tempo di crisi è come mettere le ali mentre tutti precipitano”
diceva Steve Jobs; io mi limito a dire che se stesse vivendo la nostra epoca, probabilmente anche Van Gogh avrebbe un account Instagram.