Non è semplice fare consulenza a manager e imprenditori per riportare al successo un’azienda o, più semplicemente, per raggiungere nuovi obiettivi. Partiamo da questa considerazione per approfondire il discorso sul consulente aziendale e i requisiti che deve avere se vuole lavorare con imprese e, in particolare, con quelle B2B.
Perché sottolineo la difficoltà di questo mestiere? Perché spesso si spacciano per esperti persone che non lo sono, o meglio, che non hanno tutte le competenze necessarie per dare linee guida su diversi argomenti riguardanti l’attività di un’azienda.
Il detto “chi non sa fare insegna” spesso in questa professione è calzante. Quindi, andiamo a vedere come deve essere un consulente che sa fare e insegna a fare meglio.
Skills del consulente d’impresa
In azienda quando si parla di skills di una persona molto spesso si sta cercando personale per svolgere un determinato lavoro. Si leggono curricula e si fanno colloqui prima di trovare la persona più adatta al ruolo.
Allo stesso modo, un imprenditore deve analizzare le abilità, le competenze, le capacità di diversi consulenti prima di individuare quello che davvero può dare una mano all’azienda.
Un consulente manageriale competente deve avere hard skills che lo qualificano come professionista: titolo di studi adeguato all’attività manageriale, esperienze professionali mirate, premi che ne evidenziano la carriera, spiccate capacità comunicative.
Però a fare la differenza sono quasi sempre le soft skills del consulente direzionale:
- Problem solving
- Capacità d’ascolto
- Creatività
- Flessibilità
- Attitudine all’analisi
- Capacità di sintesi
- Pragmatismo
- Leadership
Per una consulenza direzionale in un’azienda B2C i criteri di ricerca elencati potrebbero essere più che sufficienti, ma quando deve essere fatta nel settore B2B serve un ulteriore bagaglio di esperienze.
Il consulente B2B
Tra tutti gli indispensabili requisiti appena descritti uno deve essere particolarmente evidente nel CV di un consulente che lavora nel B2B: l’esperienza nel settore.
In questo caso non è sufficiente aver studiato sodo e sfoggiare un alto punteggio di laurea, ma bisogna aver lavorato anni per fare consulenze efficaci in imprese con un portafoglio clienti limitato e fatto di tecnici e dirigenti d’azienda.
Il tanto sbandierato problem solving diventa davvero importante quando un consulente deve trovare una soluzione che possa rilanciare un’industria che vende complessi impianti di produzione in tutto il mondo, tanto per fare un esempio concreto.
La capacità di analizzare lo stato dell’azienda e trovare rapidamente le criticità è frutto del bagaglio esperienziale del consulente, ma è sempre necessario il dialogo aperto con la direzione dell’impresa per capire come e dove agire all’interno dei diversi reparti.
Da tenere in considerazione oggi anche nella comunicazione B2B è il digital merketing, quindi, chi propone un piano strategico deve essere preparato anche su tutte le opportunità del web e, in particolare, sugli strumenti che sono efficaci in questo specifico settore.
Questo è importante perché implica il fatto che un consulente con una lunga carriera alle spalle non possa smettere mai di studiare ignorando le evoluzioni del mondo della comunicazione e quelle del mercato.
Se vuoi conoscere un esempio reale continua la lettura:
“Il consulente d’impresa per Business to Business: esperienza e risultati”