B2B a struttura funzionale: pregi e difetti

La gestione di un’azienda non è di certo un’attività facile e diventa sempre più complessa tanto più essa aumenta di dimensioni. Una PMI non avrà le stesse strutture interne e un organigramma ampio quanto quelle di una multinazionale con sedi dislocate in tutto il mondo. Ovvio.

 

 

Ciò che è comune a tutte le imprese è la necessità di avere un’organizzazione fatta di ruoli precisi, gerarchie, distribuzione di competenze e responsabilità.

 

In questo articolo analizzerò le caratteristiche generali delle B2B a struttura funzionale, ma prima vediamo la differenza tra questa e gli altri modelli aziendali.

 

Tre tipi di struttura aziendale

 

La struttura organizzativa non è la stessa per tutte le aziende, ma esistono diversi modelli a cui si fa riferimento. I più comuni sono:

  • Struttura funzionale
  • Struttura divisionale
  • Struttura a matrice

 

Della prima elencata mi occuperò più approfonditamente nel prossimo paragrafo. Ora vediamo rapidamente cosa sono le altre due.

 

Il modello divisionale si basa sulla coesistenza all’interno della stessa azienda di più strutture divise secondo precisi criteri e aventi un’autonoma gerarchia interna. Per esempio, un’industria può essere segmentata a seconda dei prodotti che produce, quindi, a ciascun prodotto corrisponde una struttura che se ne occupa in ogni suo aspetto. La divisione può anche seguire logiche geografiche o di mercato.

 

Nell’organizzazione a matrice le competenze dei dipendenti vengono condivise tra un’area e l’altra dell’azienda, quindi, una persona può essere coinvolta in diversi progetti contemporaneamente entrando a far parte di team di lavoro fino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. In questa struttura ogni progetto è sottoposto al controllo di due capi: il project manager e il manager funzionale.

 

Chiarite le peculiarità di questi due tipi di organizzazioni aziendali possiamo passare al focus di questo articolo.

 

Organizzazione del lavoro funzionale

 

La struttura funzionale è quella più diffusa anche tra le aziende B2B perché è per sua natura molto semplice ed efficiente.

 

In questa struttura organizzativa le attività dell’azienda sono divise a seconda delle funzioni dando vita ad aree strategiche d’affari (ASA) che operano ognuna nel proprio ambito. Molto più semplicemente, in una PMI di solito si trova l’amministrazione, il reparto vendite, il reparto marketing, l’ufficio tecnico e l’ufficio acquisti. Al di sopra di queste aree vi è la direzione che detta le regole e vigila su tutto l’operato dei sottostanti livelli.

 

L’attività di ogni ASA è praticamente un mondo a sé stante e, di conseguenza, il rischio è quello di non lavorare per un comune obiettivo. Per essere produttiva la struttura funzionale ha bisogno di un continuo scambio di informazioni da un reparto all’altro, altrimenti ci si può trovare nella situazione in cui i commerciali non sanno quali attività di promozione stiano mettendo in atto gli addetti marketing dell’azienda.

 

Questo modello, particolarmente indicato per le imprese che mettono sul mercato pochi prodotti o servizi, garantisce comunque diversi vantaggi:

  • Dipendenti altamente specializzati
  • Facile misurazione dei risultati
  • Condivisione delle competenze all’interno delle ASA
  • Alto tasso di cooperazione
  • Chiarezza nel percorso di crescita professionale

 

Il modello funzionale è poco incline al cambiamento, per questo sempre più spesso nelle imprese medio/grandi si passa a strutture più flessibili e idonee ai rapidi mutamenti dei mercati.

 

Per capire meglio quale sia il tipo di organizzazione ideale per la tua azienda, ti può essere utile conoscere anche

“Vantaggi e svantaggi di un’azienda con struttura a matrice”

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