Per molti imprenditori far intervenire un consulente manageriale all’interno della propria azienda comporta una lotta interiore contro il “ce la devo fare da solo”. Quando finalmente decidono di affidarsi a un professionista esterno viene il momento della selezione della persona giusta… e non è semplice.
Di consulenti d’impresa ce ne sono tanti, direi troppi, quindi bisogna agire come un cercatore d’oro che va a scovare la pagliuzza preziosa tra tonnellate di pietrisco.
Per scegliere quello ideale bisogna avere le idee molto chiare e valutare attentamente la qualità del suo lavoro.
La consulenza di direzione effettivamente a cosa serve?
Inizio con il dire che chi fa consulenza all’interno di aziende non è un mago che con la bacchetta magica sistema tutto istantaneamente, ma non deve nemmeno lavorare a lungo senza arrivare a risultati tangibili.
Di solito ci si rivolge a un consulente d’impresa quando ci sono particolari problemi in azienda che non si riescono a risolvere con le risorse interne oppure quando si deve fare un passaggio fondamentale nel proprio business per conquistare un nuovo mercato o, più semplicemente, per far crescere il fatturato.
Un consulente esterno può analizzare l’attività dei settori aziendali da un diverso punto di vista e individuare le criticità che non permettono di superare il momento di crisi.
In sintesi: se vuoi migliorare la tua impresa chiedi la consulenza di direzione.
Il consulente si pone accanto al titolare e alla struttura manageriale, non li sostituisce, e li aiuta a descrivere un piano che dovrà essere seguito anche quando egli se ne andrà.
Caratteristiche principali del consulente d’impresa
Per individuare un consulente qualificato bisogna conoscere la sua storia lavorativa e parlarci per capire se la sua fama corrisponde alla realtà o è solo millantata in un curriculum.
La “lunga esperienza nel settore” che quasi tutti dichiarano deve essere comprovata da dati tangibili, credenziali, riconoscimenti ottenuti. Non ci si può affidare alle sole parole.
Il consulente manageriale deve essere concreto. Basare un piano strategico solo sulle teorie lette nei libri non è sufficiente. Per essere efficaci in questo campo bisogna aver fatto pratica sia da consulente, sia da imprenditore.
Il problem solving è la chiave di tutto. Se durante un’accurata analisi dell’azienda emergono problemi è necessario individuare una soluzione adeguata per ognuno.
Un titolare non vorrebbe mai avere un elenco di tutti i guai presenti nella propria attività se non è affiancato da un piano per risolverli.
Viene da sé che la capacità di analisi sia indispensabile per chi fa consulenza di direzione, ma anche la creatività è una caratteristica davvero importante.
Perché affidarsi a un consulente manageriale esperto?
Sia in piccole aziende, sia in grandi società, un consulente qualificato fa la differenza quando si devono creare team di lavoro performanti, quando si ha una flessione del fatturato e non si capisce il motivo, quando ci sono conflitti tra i dipendenti.
Il consulente manageriale è come un buon paio occhiali. Spesso essere troppo vicini al problema non consente di mettere a fuoco la causa, mentre un osservatore esterno può indicarla e renderla improvvisamente nitida.
Avvalersi del lavoro di un professionista diventa vantaggioso anche a livello di costi/benefici. Non occorre assumere una persona per ottenere l’aiuto di cui l’azienda necessita.
Il lavoro di un consulente d’impresa deve essere veloce ed efficace.
Pronto per passare alla pratica?